12 Agosto 2013
COLDIRETTI MACERATA: COMUNITA’ MONTANA TUTELA INTERESSI MINORANZA CACCIATORI, MEGLIO CHE CHIUDA I BATTENTI

Se l’obiettivo della Comunità Montana di Camerino non è più promuovere lo sviluppo del territorio ma tutelare gli interessi di una ristretta minoranza di cacciatori, è forse meglio che chiuda i battenti, come ventilato qualche mese fa, o che cambi ragione sociale in associazione venatoria. E’ la denuncia della Coldiretti Macerata dopo che il consiglio dell’ente ha bocciato le proposte per risolvere il problema dei danni causati dai cinghiali alle attività agricole. Un no, quello giunto dalla Comunità Montana, assolutamente inspiegabile dinanzi alle devastazioni che gli aninali selvatici continuano a provocare alle attività economiche della zona, mettendo a rischio imprese e posti di lavoro. “E’ un autentico paradosso il fatto che il Parco, tradizionalmente vocato alla tutela dell’ecosistema, decida per l’abbattimento dei cinghiali, mentre la Comunità Montana faccia di tutto per difendere lo status quo – sottolineano il presidente di Coldiretti Macerata, Francesco Fucili, e il direttore Assuero Zampini -. L’unica spiegazione possibile è che il consiglio dell’ente abbia ormai abdicato alla funzione di tutela dell’intero territorio, reputando che la stessa coincida con gli interessi di qualche cacciatore che considera i terreni coltivati dagli agricoltori come un allevamento a cielo aperto di cinghiali sui quali lucrare”. Una scelta tanto più incomprensibile se si considera che sulla gestione della caccia in quella zona è stata addirittura avviata un’indagine da parte della Procura di Camerino. L’auspicio è che l’ente torni sui suoi passi, seguendo l’esempio delle Comunità Montane dei Monti Azzurri e di San Severino che si sono correttamente pronunciate in favore di una soluzione al problema dei danni causati da cinghiali, rispettando i compiti e il ruolo per i quali sono nate.

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