8 Aprile 2016
COLDIRETTI MACERATA, DOMANI 9/4 “ZAFFERANO CAMP” A CESSAPALOMBO

Sono una quarantina gli “alunni”, tra agricoltori e appassionati,  che prenderanno parte domani, sabato 9 aprile, allo “Zafferano Camp” promosso dalla Coldiretti Macerata. L’appuntamento è per le ore 14.30 nell’azienda di Luigino Maurizi a Villa di Montalto di Cessapalombo dove si ritroveranno gli iscritti al corso di coltivazione di una spezia che in passato era molto presente nelle campagne maceratesi e che negli ultimi anni sta conoscendo un rinnovato interesse. Un fenomeno spinto soprattutto dai mercati di Campagna Amica dove è stata rilanciata la vendita del vero “oro rosso” made in Marche. Il corso di formazione prevede una lezione teorica mattutina nella sede della Coldiretti provinciale, in via dei Velini 14, a Macerata. Nel pomeriggio (dalle ore 14.30) trasferimento a Cessapalombo, dove gli aspiranti coltivatori effettueranno la visita guidata ad uno zafferaneto con prova di tecniche di coltivazione. Lo zafferano si raccoglie da fine ottobre ai primi di novembre ma in questo periodo dell’anno i bulbi sono in fase vegetativa, fondamentale per spiegare le principali fitopatie e le conseguenti cure culturali. Al termine, degustazione di prodotti aromatizzati allo zafferano realizzati direttamente dall’azienda, per illustrare le varie possibilità di utilizzo del prodotto in filiera corta. Secondo una stima Coldiretti, le aziende agricole che producono zafferano nelle Marche sono circa una decina, alle quali si aggiungono circa una trentina di piccoli produttori hobbysti. Il tutto per una superficie di oltre 2 ettari (circa il 5 per cento del totale nazionale) e un raccolto di più di due chili di zafferano in pistilli all’anno. Il bacino di produzione si concentra principalmente nel Maceratese e nell’Ascolano. Sul mercato le produzioni locali incontrano però molte difficoltà, soprattutto a causa della concorrenza sleale dei prodotti stranieri, con gli arrivi che nel 2015 sono praticamente triplicati fino a raggiungere la cifra record di 61mila chilogrammi. Spesso di qualità modesta, il prodotto importato è generalmente in polvere (mentre quello locale è in pistilli o stimmi) e proviene, in particolare, da Spagna, Iran, India. Il tutto all’insaputa del consumatore. “Eppure, a fronte di un consumo consolidato, ci sarebbe notevole spazio per questa coltivazione, a condizione che se ne identifichi obbligatoriamente l'origine nazionale in etichetta – sottolineano Francesco Fucili, presidente di Coldiretti Macerata, e il direttore Giordano Nasini -. Da qui l’impegno di Coldiretti per sviluppare una filiera locale, anche attraverso corsi di formazione come quello avviato". Tra l’altro, il fatto che per la coltivazione siano sufficienti modeste superfici e l’impiego di una rilevante forza lavoro concentrata in alcuni periodi dell’anno, rende la coltura particolarmente indicata per piccole aziende agricole a conduzione familiare.

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