Il 62% del cratere sismico, 85 comuni danneggiati. Quasi 46mila edifici inagibili con 800 strutture agricole sostituite da stalle, mapre e fienili di emergenza. A tre anni dal terremoto gli agricoltori e gli allevatori marchigiani hanno partecipato, insieme ai colleghi di Lazio, Abruzzo e Umbria, alla grande manifestazione di Coldiretti che si è tenuta sabato 26 ottobre a Roma. In Piazza Sant’Anastasia, nei pressi del Circo Massimo, per far tornare i riflettori su una ricostruzione che prosegue al rallentatore nonostante il tempo passato dal terribile 26 ottobre 2016, con le tremende scosse che hanno reso le Marche la regione più colpita tra le quattro interessate.
Il grande mercato di Campagna Amica ha ospitato anche il ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, e il sindaco di Roma Virginia Raggi, arrivate a salutare gli agricoltori. Con loro anche l'assessore regionale all'Agricoltura Anna Casini e i sindaci del territorio. Una giornata speciale per Coldiretti che festeggiava anche il 75esimo dalla fondazione.
“A distanza di tre anni dal sisma – commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche - ci troviamo in piena fase emergenziale ed è per questo che Coldiretti ha deciso di organizzare questo appuntamento: per attirare l’attenzione della cittadinanza, che ci è stata sempre vicina, ma anche delle istituzioni e del governo verso un tema di difficile gestione come il terremoto e il post terremoto. Nella nostra regione il sisma è arrivato con una violenza indescrivibile e ancora oggi i nostri imprenditori agricoli si trovano in condizioni di forte precarietà. Oggi abbiamo portato una rappresentanza di questo presidio del territorio, un tessuto produttivo ed economico e sociale molto importante per la nostra regione. La loro tenacia non basta più. È tempo di sostenerla con una legislazione efficiente che faccia entrare nel vivo il percorso di ricostruzione che ancora è molto lento. Speriamo che il governo, con il nuovo decreto, riesca a snellirlo e ad accelerarlo”.
Nei paesi svuotati dal terremoto, con il turismo in lenta ripresa, si registra ancora un crollo del 70% delle spesa che sta soffocando l’economia locale e il lavoro. Tra i settori più colpiti c’è sicuramente quello dell’allevamento ma in difficoltà si trovano anche le altre attività a partire dall’agriturismo: nelle sole Marche, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat, ci sono 247 strutture agrituristiche che operano in area sisma, oltre la metà di quelle presenti in tutto il cratere.